martedì 24 novembre 2009

EMOZIONI

No, no!
Non dormire. Non addormentarti, non adesso.
Per nessuna ragione al mondo non farlo! Sai che succederà se ti addormenti, quindi non farlo, se non puoi tenere gli occhi aperti, fingi solamente di dormire.
Si lo so, lui ti guarda e ti accarezza i capelli, tu riesci a sentire che è sveglio. Ti osserva, sembra quasi una mania! Ma non badarci ora, non pensare che ogni volta che chiudi gli occhi in verità riesci a vedere ancora il suo sguardo su di te, che ti fissa e non ti lascia sfuggire, lui è l'unico che ti vuole bene davvero e che gli importa solo di proteggerti, gli importa solamente di questo. È per questo che ora è qui nel tuo lettino e ti dorme accanto, sono due settimane che fa sempre così e non negare che ti faccia piacere! Non mentire a te stessa.

Ti ha dato un regalo quel bambino che ora ti dorme accanto, ha solo 12 anni ma ne dimostra tanti di più, ha l'aspetto di un bambino invecchiato troppo presto. Con quegli occhi di un adulto scuri come la notte e duri come la roccia, non parla mai con gli altri, parla solo con te perché finalmente ti ha notato, è l'unico che ha capito quanto sei bella e che passa sopra a tutti i tuoi stupidi problemi che la gente troppo spesso si stufa di sentire. Quante volte ti hanno lasciato sola, anche se fingevano di starti vicini? La solitudine si insinuava nel tuo cuore come un serpente che si mangiava tutto ciò che volevi raccontare, se lo ingoiava tutto quello che avresti voluto confessare, e quando aprivi la bocca per parlare le parole non uscivano.
Mai.

Eppure arriva questo bambino già grande e ti regala il “cristallo magico”, bellissimo e trasparente ma in verità cambiava colore a seconda delle emozioni di chi lo stringeva tra le mani o lo indossava al collo. Lo tenevi sempre in tasca prima che ti venisse sottratto, ed era vero che cambiava colore! Dal giorno che te lo regalò l'hai lasciato entrare a casa tua, Raul, dorme da quella dannata volta sempre con te, di nascosto, scappando di casa ogni notte.

No!
Ti prego apri gli occhi!
Lo so che non dormi da 2 giorni ma resisti non devi dormire!
Ricordi cosa è successo l'altra volta? Per colpa tua, per colpa di Raul e del suo cristallo!
Tuo padre è rientrato a casa ubriaco come al solito e come al solito aveva voglia di sfogarsi con qualcuno. Per questo che porti sempre le magliette a maniche lunghe anche d'estate, sei obbligata per non mostrare i lividi che ti lascia quando scarica su di te il fatto che lui è un fallito. Hai solo 11 anni ma da sempre ti mette le mani addosso.
Prima che ti desse quello schiaffo lacerante hai toccato il cristallo, quasi d'istinto, per farti proteggere da Raul.
Hai visto con la coda dell'occhio che era divenuto rosso carminio.
Era rabbia.
L'hai stretto così forte che ti sono rimaste delle ferite sulla mano e potevi sentire l'odore di sangue nell'aria.
Lui ti ha colpito e tu hai desiderato che morisse.
Il giorno dopo, tuo padre era sparito. Hai pensato che si fosse ubriacato di nuovo e si fosse addormentato in macchina non potendo guidare, ma a casa non è più tornato.

Quella stessa notte ti ricordi che cosa hai sognato, vero?
C'era tuo padre che si soffocava con del cibo e moriva. La mattina avevi ancora in testa le sue urla agonizzanti, tu nel sogno gli stavi davanti e non hai mosso un dito.
E hai visto gli occhi di lui. Di Raul.
Istintivamente non hai più avuto paura.

E non è successo solo a tuo padre!
La settimana dopo, ti ricordi?
Quell'impicciona dell'insegnante ti toccò un po' troppo forte la spalla che ancora ti doleva dai lividi, e hai urlato.
Raul d'istinto si girò verso di te, assumendo quell'espressione strana che fa anche quando ti osserva dormire. Perché lui... non dorme mai.
L'insegnante si accorse dei lividi e voleva chiamare gli assistenti sociali. Non volevi!
Hai stretto più forte che potevi il cristallo riaprendo le ferite sulla mano già logorata. Era tutto nero stavolta.
Era paura.
Hai desiderato che non facesse più male a nessuno.
Raul era vicino a te anche come sempre.

La notte stessa hai sognato una cosa orribile.
La tua maestra in un vicolo, massacrata e violentata.
Riuscivi a sentire il disgustoso odore del suo sangue sull'asfalto bagnato, mischiato con la pioggia fittissima che cadeva su quel corpo senza vita.
E tu anche quella volta esattamente come la prima non ti sei mossa, non hai cercato di aiutarla. E di nuovo quegli occhi scurissimi che ti fissavano onniscienti, troppo vicini! Raul, ancora lui.
L'insegnante non si presentò mai più a scuola.

Si, lo so. Hai provato a parlarne!
L'hai detto a tua madre, hai cercato di spiegarle del cristallo, e di Raul che comincia a farti paura.
Ma lei ti ha preso per pazza e quando hai provato ad insistere, ti ha ordinato di consegnarglielo subito.

Ecco perché non puoi ora dormire!
Quando gliel'hai passato era tutto blu e l'hai stretto forte, per l'ultima volta.
Era tristezza e raccapriccio.
Hai desiderato che te lo potessi riprendere.
Non sei riuscita a reprimerla, quell’emozione ti ha completamente inghiottita.
Sai che non puoi più dormire adesso.
E gli occhi di Raul li senti ancora addosso.
No, no! Non adesso!
Non dormire!
Non dormire.
Non dormire...

Nessun commento:

Posta un commento