martedì 29 settembre 2009

TRA I BON-BON (parte 3)


Liz aprì gli occhi rilassata e riposata, era sdraiata su qualcosa di molto morbido. Un grande cuscino soffice. Ma guarda proprio come una principessa delle fiabe, pensò stiracchiandosi con grazia. Ormai i sogni non facevano più così paura anche se ancora non ne aveva colto il senso. Si guardò intorno, era un mondo sempre nuovo ai suoi occhi, ma stavolta al posto di vedere qualcosa di piacevole si spaventò nel vedere che lei era rinchiusa in una stanza su un cuscino e intorno a lei, vi erano sbarre che la separavano da tutto ciò che era fuori.
-Che cosa significano queste sbarre? Ora come farò ad uscire da qui?- chiese disperata a voce alta, ma non fece in tempo a finire la frase che subito le fessure si fecero più larghe affinché la ragazza bionda potesse riuscire a passare. Notò che c'erano delle foglie rampicanti attaccate alle sbarre di ferro come se dietro di esse ci fosse un giardino. Liz sfiorò qualche foglia con la mano, al tatto erano tenere e fragili come se fossero state appena nate. Poco dopo si fece coraggio e oltrepassò senza problemi le sbarre tanto temute e come immaginava si ritrovò in un meraviglioso giardino. Camminando per un po' notò che le piante diventavano sempre più imponenti e fitte, fino a che il giardino si trasformò in una foresta e dopo aver girato in cerca di una via d'uscita o di una strada già vista, comprese di essersi irrimediabilmente persa e cominciò ad avere paura.


Poi da quel silenzio tombale si sentì un flebile suono, che piano piano si fece sempre più intenso. Liz riconobbe che era senza ombra di dubbio la melodia di un flauto, con la speranza che fosse di nuovo Betty si precipitò verso il suono amico, ma scoprì che non era affatto la ragazza dagli occhi viola a suonarlo. Era piuttosto una specie di folletto dalla pelle verdastra e vispi occhietti neri ed era lì alla fine della radura su uno strano tappeto colorato celeste, in mezzo al nulla. Appena vide Liz smise subito di suonare ed esclamò un ciao con entusiasmo. La ragazza estasiata dall'aspetto dell'essere, mormorò in risposta un ciao strozzato.
-Io sono Tim, e vivo qui in questa foresta. Tu chi sei? Non ti ho mai visto da queste parti!- disse l'essere dalla pelle verde e i suoi occhi si accesero proprio come quelli di Betty.
-Io sono Liz e sto cercando di capire qual'è la mia strada in questo mondo assurdo... Tu per caso, conosci una certa Betty?- chiese alla fine timidamente.
-Certo, ogni cosa qui solitamente appartiene a lei, ma forse...- e sulle sue labbra si dipinse un ghigno: - ...forse ora ha trovato... una degna rivale!-
-Ma che dici? Io? No, ti stai sbagliando! Io cerco solo di capire chi sono, e Betty più volte ha cercato di aiutarmi, non è di certo una mia nemica!- Tim rise sommessamente tra sé e a Liz parve di sentire un “per ora” appena sussurrato tra le labbra.
-E cosa ti avrebbe detto la tua “amica” Betty per aiutarti a trovare te stessa? Ti ha detto come fare per caso?- chiese in tono di sfida e la ragazza ne ebbe quasi paura.
-Mi ha detto che lei si è ritrovata... dentro uno specchio... mi pare. Ma io mi sono specchiata tante volte e ho visto solo la mia immagine riflessa, a volte addirittura mutava e alla fine... non so nemmeno come sono fatta.-
-Eh lo so! Gli specchi mentono sempre!- disse Tim come se la sapesse lunga, poi si avvicinò alla ragazza in un lampo, tanto veloce che lei a malapena lo vide muoversi.
-Ma forse... non hai guardato nello specchio giusto! Non sai che ci sono vari tipi di specchi? E come è stato per Betty, tu ne troverai uno che ti rivelerà chi sei veramente e dove ti riconoscerai all'istante!- Liz ascoltava con avidità ogni parola del folletto e cominciava a divenire curiosa di vedersi e di conoscersi: -E dove riuscirò a trovare il mio?-
-Ricorda mia cara, lo specchio è solo un mezzo per capire, non ce n'è uno speciale solo per te, Betty riesce a vedersi in ogni specchio indifferentemente, tu devi solo trovare il modo di arrivare alla tua anima, solo così vivrai la tua vita fuori dal sogno. Per esempio, hai mai provato a guardare la tua immagine in uno specchio d'acqua?-
-Uno specchio d'acqua? Non ne ho mai visto uno!-
Il folletto sorrise inarcando un lato della bocca e le fece cenno di seguirlo nella foresta. Dopo pochi passi si fermò davanti ad un cespuglio e lo scostò con gli occhi luccicanti:
-Ora guardati per la prima volta!-
Liz si avvicinò un po' impaurita e vide un piccolo stagno, in ginocchio si osservò nell'acqua aspettando che l'immagine di se stessa apparisse sulla superficie, quando in quel momento Tim la spinse e lei finì con la faccia nello stagno.
Inizialmente chiuse gli occhi, ma con sua sorpresa quando li riaprì non aveva acqua intorno, si sentì come incastonata e sospesa tra due mondi e per la prima volta, finalmente vide l'immagine di se stessa.



Elizabeth era sdraiata sul prato davanti ad un lago, in compagnia del suo nuovo amico Jules. Si erano incontrati un paio di volte all'università e lui non si era lasciato scappare l'occasione di offrirle un caffè al bar dopo le lezioni. Ma Elizabeth si dimostrava sempre un po' diversa, a volte la sua personalità era influenzata da Betty che appariva negli specchi e consigliava la sua amica. Quando c'era lei, Elizabeth era sempre piena di sé e il suo fascino catturava Jules come in una morsa da cui era impossibile sfuggire.
Nonostante Betty l'avesse messa in guardia dicendo di stare attenta con lui, Elizabeth non aveva potuto dir di no all'offerta di una passeggiata al lago. Era una giornata estremamente piacevole e i due conoscenti sedevano davanti allo specchio d'acqua parlando allegramente. Liz era lì e si guardava parlare a quel ragazzo dagli occhi verdi, arrossendo ogni volta che il giovane le faceva un complimento o una battuta.
E' così carino! Diceva Liz senza sosta, e con immensa sorpresa notò che anche la ragazza che stava osservando sembrava spesso a disagio e arrossiva insieme a lei. Ormai non c'erano dubbi, stava osservando se stessa. Jules era di certo felicissimo di vedere Elizabeth così propensa al riso e improvvisamente timida e indifesa, era totalmente un'altra persona ora e la cosa lo confondeva e lo accattivava ancora di più.
TO BE CONTINUED...

domenica 20 settembre 2009

WATCHMEN


Finalmente è uscito in DVD un film da me tanto atteso che avevo visto ben due volte al cinema con estrema soddisfazione: Watchmen. Tratto da un omonimo fumetto ideato da Alan Moore e disegnato da Dave Gibbons, diviso in 12 albi pubblicate dal 1986 al 1987. Il film è stato diretto da Zack Snyder.


Ambientato nel 1985, nel fumetto e nel film del tutto anticonvenzionale rispetto ai fumetti supereroistici di sempre, gli eroi sono uomini comuni che cercano di fare giustizia nella città di New York e si fanno chiamare Watchmen. Ma i tempi degli eroi mascherati sono finiti da anni a causa di una legge che non tollera più i loro interventi, anche per questo sono portati fuori i lati peggiori dei personaggi, le nevrosi e i difetti, sono presentati in modo decadente, finiti, tormentati da un passato luminoso in cui riuscivano ad avere successo etichettati come eroi.
Uno solo di loro ha effettivamente dei poteri straordinari ed è il Dottor Manhattan che riesce a fare veramente di tutto, come cambiare dimensione, teletrasportarsi da un luogo all'altro anche attraverso l'universo, o alterare la materia. Si presenta con le sembianze di un uomo normale senza capelli con muscoli definiti sul petto, ha gli occhi luminosi e senza pupille. La sua caratteristica principale riguardo l'aspetto fisico è la sua pelle totalmente blu.
Altri personaggi importanti sono:
Rorscharch, un sociopatico paranoico che ha metodi alquanto discutibili di fare giustizia, in effetti è un ricercato. Indossa una maschera cangiante che cambia “disegni” a seconda del calore o dell'espressione del volto (a mio parere è il più interessante personaggio tra tutti).
Poi c'è il Comico, Gufo notturno, Ozymandias, Spettro di seta, sono i più importanti, ma non sono gli unici Watchmen, gli altri hanno dei ruoli minori o sono solo presentati di sfuggita.

Tra i pezzi di belli del film è necessario citare i titoli di testa, cioè un flashback su tutti gli avvenimenti più significativi degli anni d'oro dei Watchmen. Veramente geniale.
Inoltre, un fatto molto interessante è che per la colonna sonora sono state usate canzoni solo di quegli anni, non canzoni moderne per rendere il film ancora più realistico, da ricordare canzoni come: "The sound of silence", "The time they are a-changin" e "I'm your boogie man".
E' importante dire che il film tiene fede alle inquadrature e alla storia originale; questo sicuramente è stato apprezzato molto dai fan del fumetto.

mercoledì 16 settembre 2009

CAPELLI

Dopo una quindicina di post, è arrivato il momento di dirvi un'altra cosetta che mi caratterizza: con i capelli non ho mai pace!
Mi piace cambiare, provare look sempre nuovi che sono frutto di qualche idea assurda venuta il giorno prima. In media cambio qualcosa ogni 2 o 3 mesi, a volte per necessità visto che i colori vanno sempre ripassati di tanto in tanto, ma più che altro mi piace vedermi sempre diversa.
Li tingo, li taglio, li faccio crescere, li torturo... Perchè come saprete i capelli per una donna sono tutto e cambiano completamente il viso di una persona. Li ho tinti di ogni colore possibile immaginabile anche grazie ai miei affezzionati parrucchieri Vito e Giancarla (sua figlia che lavora con lui). Mi chiedo come farei senza di loro!? Almeno si può dire che stravolgo la routine del mio paesino, dove le persone entrano e chiedono capelli "normali". Anche se faccio impazzire la povera Giancarla con le mille tinte che propongo...
Pochi mesi fa mi sono fatta una specie di caschetto piuttosto corto, e dopo poco tempo, i miei carissimi capelli lunghi mi mancavano un po'! E così proprio del tutto inaspettatemente mi è venuta l'idea e mi sono fatta le EXTENSION! Queste non le avevo mai provate, mi piacciono così tanto che credo che per un bel po' stavolta non cambierò.






TRA I BON-BON (parte 2)



Una ragazza si svegliò di soprassalto.

Che sogno assurdo ho fatto! Si diceva guardandosi intorno quasi rattristata di non trovarsi sommersa di caramelle. Si preparò per andare all'università, dopo mezz'ora era già pronta per prendere la macchina. Si guardò allo specchio della camera mentre prendeva le chiavi di casa dalla scrivania. Sorrise guardandosi, una ragazza riccia e castana, con gli occhi di un viola acceso, sorrise di rimando dallo specchio.
Ciao Betty, disse a se stessa lanciandosi un bacio. Si chinò davanti al riflesso per allacciarsi gli stivaletti neri quando Betty le parlò osservandola con sguardo severo e complice
-Mi raccomando... Calma, tranquilla e stendili tutti!- la ragazza osservò lo specchio con aria sarcastica
-Ti sembra facile a te! Tanto l'esame devo farlo io, sono io che mi trovo davanti quel mostro! E se mi scordo una cosa e vado in palla? Ho studiato così tanto che ho il cervello confuso con informazioni inutili e distorte...- Il suo riflesso alzò gli occhi al cielo: -Dici sempre la stessa cosa eppure prendi sempre 30. Smetti di lamentarti!- l'ultima frase sembrava quasi gridata, Betty faceva paura quando era arrabbiata.
-E poi ci sono io a suggerirti, scema!- disse lo specchio con tono di nuovo complice, la ragazza sorrise al suo riflesso: -Grazie Betty.- e subito dopo uscì con lo zaino in spalla.


Davanti allo studio 38 del professore ora tremava, non ricordo più niente! Diceva a se stessa disperata. Una decina di ragazzi aspettavano come lei di essere esaminati e il professore dentro lo studio assunse le sembianze di un drago nascosto nella grotta, pronto a divorare qualunque cavaliere senza macchia presentatosi al suo cospetto.
-Elizabeth Dainon- chiamarono dallo studio. Tocca a me! Si disse agitata e si alzò con le ginocchia tremanti andando verso chi l'aveva chiamata. Passò davanti lo specchio nel corridoio e Betty le sorrise incoraggiandola, ma era troppo agitata per riuscire a sorridere di rimando.
Entrata nello studio il panico ormai l'aveva invasa, sembrava attendesse di essere mangiata. Il professore di letteratura la guardò per bene e poi le rivolse la prima domanda, dopo le solite domande di routine riguardo il piano di studi e il libretto universitario. Elizabeth notò che in fondo alla stanza vi era uno specchio piccolo e vi intravide la sua amica dai capelli castani, ora si sentiva molto più tranquilla e rispose con sicurezza facendosi quasi beffe del professore compiaciuto dalla spontaneità e dal modo di parlare della giovane. I suoi occhi erano illuminati da una luce ardente che non lasciava trapelare alcuna insicurezza.

-Le faccio i miei complimenti signorina, ha condotto un ottimo esame. 30 e lode!- le disse il professore fiero di avere una studentessa di quel calibro con una tale passione per la sua materia. Elizabeth era raggiante, ormai non osservava più il riflesso nello specchio dove Betty sogghignava soddisfatta.
Uscita dallo studio un ragazzo moro con gli occhi di un verde particolare le fece i complimenti per l'esame:
-Wow, sei stata fantastica, ti guardava con tale ammirazione! Ne devi aver fatti parecchi di esami, non sembravi affatto spaventata.-
-No, ti assicuro che ero spaventata a morte!- e gli sorrise piena di orgoglio, il suo riflesso dallo specchio del corridoio aveva un'espressione altera.
-Mi chiamo Jules, tu sei?- chiese porgendole la mano -Io sono Elizabeth-.
Parlarono del più e del meno per una mezz'ora mentre il ragazzo aspettava di sostenere il suo esame. Betty dallo specchio dominava ogni emozione, apparendo sempre più seducente e superba, Jules ne rimase profondamente ammaliato. Alla fine si salutarono e mentre lei si allontanava, lo sentì dire, preso dal desiderio di affidarle un qualche soprannome: -A presto Betty!-


Notte.
Betty si ritrovò nel vagare della sua mente. Era un posto buio e freddo, e lei era lì seduta per terra con gli occhi chiusi abituata a stare nella sua oscurità. Ed eccoci di nuovo qui, si disse con tono rassegnato. Si alzò e cercò di uscire dall'ombra. Che cosa mi capiterà stavolta? Si chiedeva mentre attraversava un lunghissimo corridoio con una piccola luce alla fine.


Una volta arrivata vi trovò una stanza bianca, completamente bianca, con un minuscolo tavolino e una minuscola sedia al centro. Sembrava di essere entrata in una strana stanza con una più piccola dentro e tutta bianca, con la sedia e il tavolino. Betty non era poi tanto stupita di questo, dopotutto nei sogni si sa che può capitare di tutto, ma la cosa che più la lasciò di stucco è che vi trovò seduta sul minuscolo tavolino una ragazza bionda che si guardava attorno confusa, stavolta era vestita in stile ottocentesco e i capelli erano legati in due lunghe trecce.
-Ancora tu? Cosa sei, una specie di fantasia ricorrente?- il tono di Betty era sarcastico e vagamente alterato. La ragazza invece sembrava felice di vedere una faccia amica: -Credo di... essermi persa!- disse semplicemente cercando di non incontrare lo sguardo della sua interlocutrice.
-Persa? Sciocca non vedi che qui niente ha un senso? Potresti varcare la stessa porta due volte e trovarci due cose diverse! È solo uno stupido sogno, il mio stupido sogno!- disse Betty sempre più alterata. Chi è ora questa ragazzina bionda che invade i miei sogni? Si chiedeva irritata.
-Se è il tuo sogno, puoi dirmi tu chi sono!- esclamò la ragazza piena di speranze, continuò subito dopo: -Tu, come sai chi sei? Io non ricordo niente di me o della mia vita, so solo che mi chiamo Liz. Poi mi sveglio e mi ritrovo qui. Ma come si fa ad uscire?-
Betty ci pensò un attimo -Io sono uscita... dallo specchio...- mormorò piano quasi stesse parlando con se stessa: -... e poi mi sono... ritrovata!- cercava di ricordare quello strano avvenimento, ma quando era successo?


Il sogno fu interrotto dalla sveglia. Elizabeth doveva andare all'università.


TO BE CONTINUED...

martedì 15 settembre 2009

BETTY





Si lo so... potete anche dirlo. Sono PESSIMA! Ma non ho proprio potuto resistere quando l'ho vista per la prima volta! Così bella, così darkettona, e poi i suoi capelli mi fanno letteralmente impazzire...

Ebbene sì, sto parlando della mia nuova PULLIP che ho chiamato Betty (se ve lo state chiedendo il personaggio del mio racconto cominciato nel post precedente, è proprio lei!). Sarà proprio divertente fare le foto con entrambe le mie adorate bamboline...




P.S.

Appena possibile posterò il continuo di "TRA I BON-BON", mi raccomando non ve lo perdete! Intanto godetevi le foto di Betty come anteprima.

sabato 12 settembre 2009

TRA I BON-BON (parte 1)





Aprì gli occhi intontita ancora dal torpore del sonno. Ma rimase talmente estasiata della visione che gli apparve intorno che subito si destò anche la mente. Era sicura di non conoscere quel posto. Eppure dove era stata per tutto questo tempo? Anzi tutta la sua vita, con chi e in che luogo l’aveva passata? L’unica cosa certa è che sapeva che quelle cose intorno a se erano veramente inusuali! Si mise a sedere ancora attonita e quel che vide è che era sdraiata su un letto di caramelle, ce ne erano davvero di tutti i tipi, forme e colori…

Ma dove diavolo sono capitata? Si chiedeva cercando di ricordare. Nemmeno un frammento di esistenza prima di quel risveglio la illuminò. Cercò di alzarsi tra tutte quelle caramelle su cui era sdraiata e si accorse della presenza di una piccola scala a chiocciola immersa nel buio, posta proprio sotto il letto. Gattonando con le mani sul ghiotto letto arrivò infine alla scala, ma prima di scendere non resistette alla tentazione di assaggiare una caramella tra le tante. La portò alla bocca con le mani un po’ esitanti ma appena la morse, si rese conto di non aver mai mangiato una cosa più deliziosa in vita sua, anche se in verità non rammentava quale altro cibo poteva aver assaggiato prima di questo. Ora si sentiva quasi più sicura di sé.

Si accinse a scendere la ripida e piccola scala che si faceva sembre più oscura, inghiottita dalle tenebre, ormai la illuminava soltanto la luce posta sopra sul letto di caramelle. Ma all’improvviso il panorama oscuro cambiò di colpo. Ora sì, scendeva sempre una scala che però non era più a chiocciola né tortuosa, bensì larga e con un corrimano di ferro per appoggiarsi, sulle pareti che racchiudevano la scala, intravide delle enormi lastre che sembravano essere specchi o cose del genere. Scendendo si mise davanti ad uno di questi che in effetti era uno specchio vero e proprio e finalmente vide la sua effige riflessa e per un attimo si fermò ad osservarsi come se non si fosse mai guardata in vita sua. E così questa sono io! Si diceva sfiorandosi il viso con le mani. Convenne con se stessa di essere veramente molto bella. Aveva dei lunghi capelli biondo cenere e gli occhi di un colore imprecisato, un corpo esile e dal colorito chiarissimo mentre le guance erano di un bel rosa vivo. Si allontanò dopo un po’, ma rimase estasiata vedendo che la sua immagine riflessa non si spostava con lei, rimaneva impressa nello specchio e la osservava in silenzio muovendosi a suo piacimento, poi si vide trasfigurata e prendere le sembianze di una vecchia strega con la pelle che sembrava in decomposizione. Si spaventò e corse veloce giù per la scala cercando di non guardare negli specchi, ma arrivata all’ultimo di essi, con la coda dell’occhio si osservò fuggire per essere certa di essere proprio lei la ragazza che si era affacciata sullo specchio poco prima dell’orribile strega. Era sempre la stessa donna di prima con i capelli biondo cenere stavolta però indossava un abito diverso e sembrava molto più provocante. Era ancora più terrorizzata dal fatto di non essere certa di essere lei o qualcun altro riflesso nello specchio, non ricordava che aspetto avesse prima di quell’assurdo risveglio. Qualcosa la distolse dai suoi pensieri turbati, una strana melodia sembrava provenire dal fondo delle scale, sembrava il suono di un flauto traverso. Con cautela la ragazza scese gli ultimi gradini rimasti, curiosa e affascinata dalla musica ammaliante.

Vi trovò una giovane donna seduta su un masso in una radura che sembrava come raccolta in un sontuoso palazzo di mattoni dall’aria un po’ fredda, sembrava abbandonato e la radura al centro rendeva il clima umido ma allo stesso tempo quasi accogliente. La ragazza aveva dei ricci capelli castani ed era vestita di nero, con tanto di pizzo un po’ ovunque e calzette colorate. Suonava un flauto traverso seduta sul masso con le gambe accavallate, racchiusa nella penombra del luogo, la musica sembrava entrare in ogni filo d’erba, in ogni singolo ramo degli alberi che si trovavano nella misteriosa radura e un raggio di luce chiara illuminava di traverso la giovane donandole un non so che di divino. Appena si accorse della ragazza bionda sull’ultimo gradino, smise di suonare e le chiese -E tu chi saresti?-. La ragazza imbarazzata rispose di non saperlo.
-Dai non preoccuparti troppo! Io sono Betty, e questo direi che è solo un sogno…- sorrise con un’espressione indecifrabile sul volto e la ragazza notò che aveva gli occhi di uno strano viola acceso, aveva come qualcosa di rabbioso in fondo all’anima che metteva una certa inquietudine.

-Sembri impaurita, da che cosa scappavi?- chiese Betty con il suo sguardo fiammeggiante, la ragazza si guardò un po’ intorno e poi imbarazzata rispose: -No niente. Credo di aver visto qualcosa in uno di quelli specchi.-
Betty rise di gusto, in modo quasi diabolico e poi rispose seria: -Non credere a ciò che vedi nello specchio. Gli specchi mentono sempre. Si divertono così!- la ragazza non comprese bene la frase, le sembrava la cosa più assurda che avesse mai sentito in vita sua, anche se non ricordava affatto di aver sentito qualcos’altro di assurdo.
-Ma come si esce da qui?- chiese timida mentre l’altra aveva ripreso a suonare la bellissima melodia
-Basta rendersi conto che è solo un sogno e poi ci si sveglia, è solo uno schiocco di dita. Prova!- la ragazza bionda sembrava confusa mentre l’altra sicura la esortava a provare. E’ solo un sogno si diceva, poi schioccò le dita con gli occhi chiusi.

In quel momento, in un’altra realtà, una ragazza si svegliò di soprassalto.
TO BE CONTINUED...

sabato 5 settembre 2009

L'ERA GLACIALE 3 - L'alba dei dinosauri


Qualche ora fa, io e la mia amica Bianca dopo tanto tempo che non ci vedevamo abbiamo deciso di passare un bel pomeriggio insieme come ai vecchi tempi e siamo andate al cinema a vedere "L'era glaciale 3".
Devo dire che sono rimasta molto elettrizzata da questo film/cartone!
Ho visto tutti e tre i film, ma questo posso dire con certezza che questo è il più bello di tutti!

Siamo state tutto il tempo a ridere: le battute sono simpatiche e la storia è piuttosto originale e a suo modo anche ricca di colpi di scena simpatici. I personaggi sono quelli di sempre (con qualche aggiunta come ad esempio il furetto e Scrattina la nuova pretendente della famosa ghianda) non sono stati modificati i caratteri dei protagonisti e sono rimasta compiaciuta di questo, secondo me è orribile vedere sequel dove i personaggi cambiano completamente idee o temperamento.


C'è sempre Sid (il bradipo che stavolta è alle prese con dei cuccioli di dinosauro), Diego (la tigre dai denti a sciabola che vorrebbe ritrovare il suo istinto naturale per la caccia), Manfred (il mammuth che finalmente sta per diventare papà) e non può di certo mancare Scrat lo scoiattolo che corre dietro alla sua ghianda ma che per tutti e due i film non riesce mai a mangiarsela! Tutti si stanno chiedendo: in questo terzo film ce la farà? Non voglio assolutamente rovinarvi la sorpresa! E' certo che avere una pretendente della ghianda non lo aiuterà ma potrebbe anche nascere una tenera love story con Scrattina, comunque tutti faranno il tifo per lui, che stavolta avrà una parte un pò più consistente della solita comparsa di tanto in tanto come era stato per gli altri.


L'animazione è curatissima, i personaggi sono ideati fin nei minimi dettagli (anche perchè è stato ideato per la versione 3D) un film a mio parere di altissima qualità per essere un cartone animato digitale, i personaggi sono molto espressivi. Insomma un film divertente per grandi e piccini (a 20 anni suonati io e la mia amica ridevamo più di tutti in sala!) e sicuramente se ve lo vedete in 3D sarà ancora più emozionante!