sabato 31 ottobre 2009

HALLOWEEN La notte delle streghe


1963.
E' la notte di Halloween nella cittadina di Haddonfield, nell'Illinois.
I bambini si divertono ad andare nelle case mascherati recitando canzoncine terrificanti sulla notte delle streghe e per avere caramelle e dolcetti dicono “dolcetto o scherzetto?”.
Qualcuno sta spiando dalla finestra di casa Myers, vede due ragazzi mentre si baciano e decidono di andare al piano di sopra approfittando dell'assenza dei genitori. In giro ci dovrebbe essere solo il piccolo Michael di 6 anni, quindi non se ne preoccupano.
La stessa persona che prima osservava da fuori la finestra, entra silenziosamente in cucina. Piccole mani afferrano un grande coltello da cucina.
Aspetta che il ragazzo scenda ed esca di casa, e poi sale le scale fino la stanza della ragazza.
Si mette una maschera da pagliaccio e si avvicina alla ragazza che mezza nuda si sta pettinando tranquilla. Il coltello si avvicina e la ragazza fa appena in tempo a pronunciare il nome di Michael che senza pietà il coltello la colpisce. Una, due, tre volte... continua senza pietà.
Come se niente fosse accaduto, scende nuovamente con il coltello ancora stretto in mano, fino ad uscire di casa. Qualcuno lo chiama ma lui non risponde.
Gli sfilano la maschera.
E' solo un bambino di 6 anni, vestito da pagliaccio ed ha appena ucciso la sorella.


Ora è il 1978.
Michael Myers è di nuovo a piede libero.
E' di nuovo Halloween.
Una giovane donna Laurie, che fa la baby-sitter nel tempo libero, si reca davanti la vecchia casa dei Myers che ora è stata messa in vendita, ancora girano leggende terribili su quella casa. Ma lei sembra tranquilla, mette le chiavi sotto lo zerbino come aveva indicato suo padre e se ne va.
Non sa che qualcuno la sta osservando.
Da quel momento un'ombra senza volto la perseguiterà, il male è sempre in agguato. Lei lo sente lo intuisce e lo vede in ogni dove, le sue amiche baby-sitter anche loro credono sia solo paranoica.
La notte di Halloween sembra tranquilla, i bambini come tutti gli anni si mascherano e vanno per le case. Nel frattempo Michael Myers già comincia a disseminare vittime nella cittadina.
Riuscirà Laurie a salvarsi dall'ombra della strega?


Recensione:
Halloween” di John Carpenter è stato per moltissimo tempo il film indipendente più redditizio della storia del cinema. E' stato diretto e scritto da Carpenter e Debra Hill che l'ha prodotto. Probabilmente ebbe così tanto successo anche perché era il primo film sulla notte di Halloween, dopo questo ci furono tanti altri film che cercarono di copiare lo stesso stampo, visto il successo. Fu girato in appena 20 giorni a basso budget, ma nonostante la modesta campagna pubblicitaria sbancò i botteghini, e viene ancora oggi considerato il film più importante di Carpenter.

Donald Pleasence interpreta la parte dello psicologo incaricato di curare Michael Myers, ed è il veterano del cast. La protagonista è invece Jamie Lee Curtis al suo primo debutto cinematografico. Michael Myers interpretato da Nick Castle che durante tutte le riprese porta sempre la maschera e hanno usato un ragazzo di nome Tony Moran per il breve segmento in cui Laurie riesce a sfilargli la maschera. Avevano scelto Moran perché aveva un viso piuttosto anonimo, esattamente come la maschera che è come se fosse solo un accenno, ma che terrorizza appunto per questa sua particolare impersonalità.

Inizialmente si pensava di usare la maschera di un pagliaccio, simile a quella usata da Michael da bambino per uccidere la sorella. Ma facendo varie prove, l'effetto dell'ombra della strega era reso meglio dalla faccia bianca senza espressione. Infatti l'assassino non è effettivamente una persona umana, è solo una maschera senza volto, una presenza che può nascondersi dappertutto, ed è per questo che alla fine del film nonostante lo psicologo riesca a sparargli contro e a farlo cadere dalla finestra, quando si riaffaccia un attimo dopo il cadavere non c'è più. Carpenter spiega il perché: “Il male non muore mai. Non si può uccidere.”
Il male nei suoi film è il male assoluto, non esistono sfumature intermedie. In questo caso il male personificato è quindi una specie di forza della natura, sopranaturale.

Particolare attenzione va data alla colonna sonora, composta da Carpenter stesso in soli 3 giorni che accompagna tutto il film e rende salienti le parti di tensione. Non ci sono infatti molte visioni di sangue, eppure riuscì a far saltare e urlare il pubblico in sala grazie alla colonna sonora angosciante, accentuata alla presenza dell'assassino.

Sono usate molto le soggettive (ciò che vede un personaggio della vicenda) in particolare quelle di Myers come ad esempio all'inizio del film quando uccide la sorella maggiore. Viene usata una macchina da presa portatile e leggera, un'innovazione all'epoca. In questo modo noi seguiamo l'assassino per la casa e in un certo senso lo spettatore si identifica con lui, facendo un effetto decisamente diverso a chi guarda.

“Halloween” resta ancora oggi un capolavoro dell'horror, chi ama il genere non può assolutamente perderlo!


BUON HALLOWEEN A TUTTI!!!



martedì 27 ottobre 2009

VERTIGINE


Vertigine” (“Laura” in lingua originale) di Otto Preminger del 1944 è da considerarsi un film noir per la figura inusuale del detective, ma anche per l'amore, se così vogliamo chiamarlo, tra il detective e la presunta vittima Laura che viene vista come una specie di figura fantasmatica. Il noir si può dire fosse influenzato fortemente dal surrealismo e sulla visione dei sogni, in cui si possono vivere le passioni oppure che possono assumere l'aspetto in un incubo. Spesso il sogno viene usato in questo decennio '40-'50 proprio per dare un senso di inquietudine allo spettatore, non si sa mai se ciò che viene mostrato sia reale o solo un sogno, il tutto strettamente legato all'inevitabile destino a cui va incontro il protagonista del film.

Trama:
Tutto il film gira intorno alla figura di Laura, interpretata da Gene Tierney, che sembra essere la vittima di un omicidio. Colpiscono subito delle tematiche forti, quali il desiderio legato all'erotico poiché la donna è voluta da tutti, anche il detective che sta indagando sulla sua morte sembra essere catturato dalla sua persona, come se la creasse nel sogno stesso, e la immagina esattamente come la vorrebbe, questo grazie soprattutto ad un ritratto che è posto sopra il camino della casa di Laura. La donna è appunto molto bella, benestante grazie alla sua carriera, porta spesso vistosi cappelli ed è sempre vestita alla moda, non stupisce che tutti si innamorino di lei.
Il detective Mark McPherson, interpretato da Dana Andrews, che si può dire sia il protagonista, è un uomo giovane dall'espressione neutra, non sembra particolarmente intelligente, gioca spesso ad un gioco stupido per bambini con delle palline. E' una persona che non ha rispetto, entra in casa della vittima e si comporta come se fosse a casa sua: si serve da bere, legge i suoi diari privati, addirittura quando arrivano gli indiziati gli offre da bere lui stesso. McPherson viene così a conoscere la vita di Laura e indaga con l'aiuto del mentore della vittima Waldo Lydecker, interpretato da Clifton Webb, che l'aveva lanciata nel campo pubblicitario essendo un giornalista ricco e di successo, poiché anche lui innamorato di lei. Lydecker è un uomo non più giovane dall'aria saccente e si presenta come il detective del giallo classico, cioè non un detective di professione, si avvale delle sue intuizioni e deduzioni logiche per risolvere il mistero. Tra lui e il vero detective è come se ci fosse una sorta di caccia all'assassino, indagando sul fidanzato di Laura (interpretato da Vincent Price) che si faceva mantenere da lei, e sulla zia, che sembrano compromessi nell'assassinio.
Verso metà film si scoprirà che la presunta vittima Laura non è morta, era andata fuori per il week end e la donna uccisa in casa sua era un'attrice altrettanto bella che aveva indosso il suo vestito. Così da presunta vittima agli occhi del detective appare come prima indiziata. Questo perché la figura femminile del noir appare sempre sospetta agli occhi dell'uomo, che adulato dalla femme fatale si ritrova accecato dalla passione, perdendo lucidità e spesso viene poi abbandonato al suo destino.



Inquadrature:
Nei titoli di testa ci appare da subito il ritratto di Laura con il sottofondo di una musica ammaliante, la “canzone di Laura” che rappresenta in questo caso il tema amoroso presente continuamente. Il film inizia con una voce fuoricampo che è tipica del noir, un segno di riconoscimento dal valore tragico. Spesso la voce appartiene ad un narratore intradiagetico, una persona morta a volte, o che sta per morire poiché già segnato dal suo destino; ma non è questo il caso. La voce appartiene a Mark McPherson il detective protagonista mentre sta indagando.
Si vede già dalla prima scena la pendola che chiuderà poi il film alla fine, è un elemento chiave perché al suo interno vi è nascosta l'arma del delitto.
Vengono usati i flashback per costruire la vita di Laura, in una scena vediamo il mentore che racconta al detective come ha conosciuto la donna. I flashback sono largamente usati nel noir, spesso rievocano sogni o fatti che non sempre sono accaduti veramente, una sorta di allucinazione. Come quando il detective si addormenta stanco davanti al ritratto della donna posto sopra il camino e lei poco dopo appare in carne ed ossa entrando dalla porta di casa. Sembra di assistere ad un sogno che si avvera, tanto che lo spettatore per i primi minuti non è molto sicuro che la cosa stia accadendo sul serio, o se sia semplicemente McPherson che sta sognando.
Le inquadrature sono piuttosto classiche, viene molto usata la soggettiva (cioè quello che vede il personaggio intradiagetico) tipica del decennio noir. Si può notare una certa differenza di inquadrature dalla prima parte rispetto alla seconda: finchè si presume che Laura sia la vittima, c'è una specie di mistero che aleggia intorno alla sua figura che la rende quasi mistica. Si mostra spesso il ritratto come punto di riferimento chiave, quindi lo si guarda dal basso. Mentre quando lei torna a casa e si scopre che non è lei la donna che è stata uccisa, è il personaggio del detective ad assumere il comando, è lei guardata dall'alto e appare quindi meno affascinante di quanto lo era prima.
Si può notare che il detective vede Laura come una donna in grado di prendersi cura del marito o fidanzato, scopre che sa cucinare, sa occuparsi delle faccende di casa, proprio come doveva fare la donna di quel periodo, il carattere di Laura si ammorbidisce: non è più la femme fatale che sa attirare tutti nella sua trappola. Anche per questo potrebbe sembrare che sia solo una fantasia di McPherson che la vorrebbe così, quasi come se l'avesse plasmata lui stesso nel sogno.

domenica 25 ottobre 2009

BISCOTTI DI PASTAFROLLA


Oggi avevo voglia di biscotti fatti in casa, non avendone mai fatti mi sono affidata al mio vecchissimo ricettario personale dove ho trovato la ricetta di questi biscotti di pastafrolla.
Comunque io e il mio ragazzo ci siamo cimentati nella sperimentazione di questa ricetta mai fatta, ci siamo divertiti a fare le forme più strane non potevamo accontentarci di fare dei dischetti con l'impasto, no?



Ingredienti:

100 gr di zucchero
100 gr di burro
200 gr di farina
2 tuori d'uovo
1 pizzico di sale
Gocce di cioccolato (quanto basta)


Preparazione:

Mettere la farina per prima sul piano da lavoro facendone un mucchio, aprire poi a "fontanella" facendo posto al centro. Aggiungere ad uno ad uno gli ingredienti e impastare partendo dai tuorli d'uovo, poi continuare con lo zucchero, un pizzico di sale; infine aggiungere il burro a pezzettini piccoli. Lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo dopo aver aggiunto anche le gocce di cioccolato. Lasciate riposare per 30 minuti.
Dopo fate dei dischetti non troppo grandi dividendo l'impasto, potete dargli le forme che volete e disponete i biscotti in una teglia antiaderente.
Lasciate cuocere il tutto a 180 gradi per 15 minuti.


Prima della cottura


Dopo la cottura




Nota bene:

Disponete i biscotti molto separati l'uno dall'altro altrimenti si attaccheranno come è successo a me! Ora sembra più una specie di puzzle o una scultura futurista che dei biscotti...

venerdì 23 ottobre 2009

UP


Questo bellissimo film d'animazione realizzato dalla Pixar Animation Studios in coproduzione con la Walt Disney Pictures, ha una trama talmente tenera e commuovente che si fatica quasi a pensare che sia un film creato appositamente per un pubblico molto giovane. Già con il film “Wall-e” la linea che separa i film per i bambini da quelli per gli adulti si è assottigliata notevolmente, ma "UP" è decisamente un film per tutti.

I personaggi digitali sono curatissimi, si possono notare addirittura le fibre dei vestiti dei personaggi. Le mimiche facciali sono molto verosimili, ad esempio le rughe del protagonista Carl sono sottolineate tanto da rendere reale ogni sua espressione (in 3D la cosa si nota ancora di più). Si può quasi dire che sembrino persone vere tanto da far affezionare il pubblico poiché la storia potrebbe essere molto reale in effetti.

La trama tratta di Carl Fredricks un uomo ormai anziano che ha passato la vita sognando l'avventura fin da bambino insieme a sua moglie Ellie con cui ha una tenera vita felice. I primi minuti di film mostrano l'epilogo della loro storia d'amore, ma quando Carl rimane vedovo tutto ciò che gli resta è la casa piena di ricordi. E' interessante notare come una casa piena di vita con il tempo, diventi solo un cumulo di polvere e ricordi, per certi versi sottolinea un aspetto assolutamente reale di quello che succede nella vita delle persone. Per sottrarsi alla casa di riposo riempie la sua preziosa dimora con tantissimi palloncini gonfiati con l'elio facendoli uscire dal camino e la sua casa spicca il volo. Finalmente ora potrà vivere l'avventura desiderata alle Cascate Paradiso in Sud America, dove sarebbe voluto andare con la sua adorata Ellie. La compagnia inaspettata è un bambino di nome Russel: un “esploratore della natura selvaggia” che vorrebbe aiutare un anziano per avere finalmente il suo ultimo distintivo per diventare un esperto della natura. Si aggiungeranno anche animali strani come un cane che e parla un uccello simile ad uno struzzo coloratissimo.

Una storia d'amore verosimile e apparentemente banale si trasforma in un percorso fantastico a bordo di una casa volante, ma cosa ancora più particolare è che il nostro eroe è un vecchietto brontolone e un po' scorbutico. Un misto di tenerezza e risate improvvise, veramente IMPERDIBILE!

domenica 11 ottobre 2009

ROMICS 2009 A ROMA

Oggi si è concluso il Romics 2009 di Roma, come potevo mancare a questo divertente evento?! Oltre gli stand pieni di gadget, fumetti di ogni genere, peluche e cosette fatte a mano... c'è la gara di Cosplayers che è l'attrazione principale dell'avvenimento. Gente mascherata di ogni possibile personaggio dei fumetti o anime giapponesi, videogames o film! Per chiunque non ci sia potuto andare, questo è solo un assaggio del pazzo mondo del Romics. Il prossimo anno si spera di poter andare anche a vedere quello di Lucca.



















giovedì 8 ottobre 2009

NON SVEGLIATE IL CAN CHE DORME...

Stamattina appena alzata la mia prima visione è stata di Pluto a cui dormivo abbracciata. Era così cuccioloso addormentato, inconsapevole di essere osservato...
Shhh... Fate piano, non svegliate il can che dorme!





martedì 6 ottobre 2009

IL MISTERO DEL FALCO




“Il mistero del falco” (“The maltese falcon” in lingua originale) del 1941, diretto da John Huston, è considerato una pietra miliare tra i film noir, quando questo particolare genere attraversava i suoi anni migliori nel decennio dal 1940 al 1950. In verità il noir non è da considerarsi propriamente un genere visto che i registi di quegli anni non si rendevano conto di aver realizzato film noir, è stata la critica degli anni successivi a definire i “crime movies” di quel decennio come film noir. Le atmosfere, i temi loschi, sono state usate negli anni '90 fino ai giorni nostri, molti film moderni sono infatti definibili noir ma hanno abbandonato alcune caratteristiche tipiche dei film dal '40 al '50 che non si adattano ai film di oggi. Il termine “noir” nasce però in Francia molti anni prima del 1940, usato per definire quei film americani che avevano trame intricate e temi oscuri. Il noir era collegato indiscutibilmente al realismo poetico francese degli anni '30.


Trama:
La trama presenta delle caratteristiche tipiche del noir, a partire dalla classica figura del detective, largamente usata in quegli anni soprattutto per i film gialli. Ma al contrario del detective del giallo che risolve i misteri grazie alla sua astuzia, il detective noir è quasi sempre corrotto, attaccato al denaro e svolge lavori sporchi. Spesso il detective è un personaggio decadente amareggiato dalla vita che si ritrova intricato nelle vicende senza un motivo preciso, che spesso lo conducono alla rovina o peggio, alla morte.
Il protagonista ne “Il mistero del falco” è un detective privato chiamato Sam Spade, interpretato da Humphrey Bogart, che ha uno studio con un suo collega. Una donna cerca aiuto presentandosi allo studio, per ritrovare la sorella minorenne scappata con un uomo pericoloso. La donna in questo caso, è la classica dark lady noir: sembra debole e indifesa mentre invece è immischiata in losche faccende, coinvolge il protagonista e lo abbandona dopo averlo sedotto, per ottenere ciò che desidera. Questi personaggi femminili si presentavano così poiché in quel periodo cominciava a prendere piede una certa misoginia, si diffidava da donne in carriera che cercavano la propria autonomia, ed è per questo che il cinema fa vedere le donne come un pericolo, una minaccia per l'uomo, con le sembianze di una femme fatale. Come in questo caso, la donna si presenta come fragile per farsi aiutare per poi rivelare i suoi veri interessi.
Il caso della donna viene seguito dal collega di Spade, Archer. Spade sarà chiamato nel cuore della notte poiché il suo collega è stato trovato ucciso sul luogo del pedinamento. Da qui in poi, il detective cercherà di capire perché il collega è stato ucciso, in parallelo con la polizia che sospetta di lui e gli sta alle calcagna. Si scoprirà che la vicenda ha a che fare con un falco ricoperto di pietre preziose, un dono dei Cavalieri di Malta al re di Spagna Carlo V (come spiegato all'inizio del film). Il detective si troverà coinvolto alla ricerca di questo oggetto e si scoprirà che la dark lady per avere il falco sarà pronta a fare qualsiasi cosa. Il detective non si fiderà mai completamente, la accuserà di recitare sempre una parte nascondendo la verità.
Tutti quanti cercano il falcone maltese, tra cui: la dark lady, un collezionista che ha l'aspetto di un uomo grasso, come è tipico nel film noir caratterizzare i personaggi laterali (cioè che non hanno una parte principale) con fisionomie curiose o bizzarre, un altro esempio è Joel Cairo interpretato da Peter Lorre che è uno psicopatico che si presenta come un effeminato, violento e dolce al tempo stesso.

Letteratura:
Il film è tratto dal romanzo di Dashiell Hammett “The maltese falcon” del 1930, già utilizzato nel '31 e nel '36 per due film prodotti dalla Warner che ne comprò i diritti.
Il libro presenta delle caratteristiche tipiche della sceneggiatura cinematografica, come ad esempio la scena in cui Spade viene svegliato nel cuore della notte dal telefono che annuncia la morte del collega: noi vediamo nel buio una mano che a tastoni cerca la cornetta del telefono, nel libro è descritto dettagliatamente allo stesso modo, non fa capire subito a chi appartiene la mano. I personaggi descritti nel romanzo sono molto particolareggiati. Ad esempio Spade viene descritto come un uomo corpulento, con una “v” ricorrente sul viso, sembra un diavolo biondo. Mentre Humphrey Bogart interpretata Spade come un disilluso a volte anche sadico, ad esempio quando sta per dare un pugno a Joel Cairo, sfoggia un sorriso maligno.

Inquadrature:
Mentre il romanzo ha una struttura piuttosto classica, John Huston usa l'inquadratura lunga (long take). Solitamente nel cinema degli anni '20 e '30 non si riprendeva l'ambiente nella sua interezza, veniva ripreso un personaggio alla volta con campo e controcampo. Il long take era molto raro in quegli anni. Ampiamente usata nel noir è la soggettiva (ciò che vede un personaggio intradiagetico) e viene usato spesso il grandangolo per dare distorsione alle immagini. Nel caso de “Il mistero del falco” si riprende solitamente tutto dal basso, nello studio cinematografico vengono costruiti anche i soffitti, cosa che non si faceva mai vedere nell'inquadratura classica. La visione dal basso fa sembrare le figure più imponenti, come ad esempio il collezionista grasso sembra ancora più enorme. Essendo in bianco e nero, come solitamente avviene nel noir anni '40-'50,si hanno delle ombre nette o accentuate. Gli interni sono bianchi e spaziosi per avere contrasto maggiore con i personaggi.
Al contrario del romanzo il film inizia con la presentazione del famoso falcone maltese, viene spiegato cos'è con delle scritte che scorrono sullo schermo. Mentre nella seconda scena si vede il ponte di San Francisco che non c'entra nulla con la leggenda dell'inquadratura precedente, questo per dare allo spettatore un senso di disorientamento: come i protagonisti si trovano intricati in situazioni che non comprendono, spesso lo spettatore del film noir si troverà disorientato a causa di sogni, ellissi temporali e inquadrature asimmetriche.